Desenfadado

Riflessioni utili e inutili

Giorno 3; zoppicando

Pur zoppicando per il polpaccio stirato è un po’ timoroso per la forza della risacca ho affrontato il mare, e ne vale comunque la pena.

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Giorno 2; dei ranocchi

Oggi all’alba un ranocchietto mi è saltato sul piede sinistro forse voleva diventare un principe o forse voleva dirmi di fare attenzione al fatto che anche io infondo sono un ranocchio.

Infatti facendo il bagno sono stato ribaltato da un’onda e uscendo mi sono stirato il polpaccio sinistro. Si può dire che abbia avuto un sinistro…

Intanto ogni notte i ranocchi se la cantano a squarciagola

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Giorno 1: delle nuvole

Un giorno iniziato in un moderno aeroporto è finito a magiare cose improbabili (molto improbabili) in un baracchino in una strada caraibica

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Nuvole e ranocchi: Guadaloupe 2018.

Sempre alla ricerca del posto giusto dove stare, quello dove fare e costruire, poi alla fine continuo a ripassare in località già viste alla ricerca di conferme?

No, è tutto molto più semplice, sono vacanze e mi voglio riposare e rigenerare, quindi poche avventure (e facilmente controllabili) e un po’ più di comfort.

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Giorno 3 e 4; dell’Egeo e della queen (senza drag)

La carta di questi giorni è la donna, di fiori o di quadri non so, peró è sicuramente rossa.

Incontrare per caso un’amica (che dovrebbe stare in Messico) a Santorini è il massimo delle coincidenza fortuite, e i messaggi che ha passato sono altrettanto serendipitici (se mai esiste il termine).

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Giorno 2; dell’Acropoli e del drago (senza queen)

San Giorgio o San Michele contro il drag(o) in una Atene calda ma estremamente luminosa. Cieli tersi azzurri profondamente blu. Ma quanto è bella Atene?

In tutto questo trovai un Drago ma mi è parso giusto lasciare che restasse a girare per Atene, libero di mimetizzarsi tra la merce delle bancarelle e di infestare case diroccate.

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Giorno 1; delle drag queen e del testosterone

Neanche il tempo di pranzare in Plaka che vediamo un tizio alienato vestito da signorina con tanto di trampoli altissimi (erano le 15 locali) se la girava tranquillo per le strade trafficate. Aveva fatto completamente suo il mantra “fregatene”, così come gli Euzoni che alti solenni e impeccabili non vedono nemmeno l’idiozia dei turisti che si selfificano con loro. Non avevo mai considerato Atene come una città di e per drag queen.

“Cossinelle” nome omen (se non altro per assonanza)

Pura Bisanzio

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Mai titolo fu più azzeccato

Pura serendipità, in partenza, in aeroporto mi viene messo davanti quello di cui ho bisogno qui ed ora

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Giorno 11; rassegnazione esistenzial-popolare?

Giorno 11; rassegnazione esistenzial-popolare?

Forse perché è mercoledì ed è settembre, ma oggi la nave è piena di anziani. Tutti abbronzati, vestiti da ragazzini anacronistici, che si annoiano in attesa di qualcosa. Oggi aspettano l’arrivo in porto, ma i discorsi e le espressioni sono le stesse che si possono incontrare in posta o al supermercato, occhi che attendono sotto pettinature improbabili.

Ci sono quelli che hanno la situazione sotto controllo, che spocchiosi sentenziano su tutto perché sanno tutto anche come si governano le navi, in questo modo la loro attesa sembra meno inutile e noiosa. Poi gli altri che ascoltano e danno ragione, non perché siano d’accordo o competenti, ma per evitare di entrare in discussioni ancora più inutili di questa inutile attesa. Sembrano sazi, da domenica pomeriggio, e anche un po’ nauseati dall’abbondanza, abbondanza loro e condivisa al massimo con i familiari stretti, ma non è detto. Abbondanza egoista espiata con la partecipazione a messe, funzioni e in onlus/volontariato ludosociosanitario. Così per pulirsi di quel vago senso di colpa egoistarraffone e soprattutto per occupare il tempo mentre sono in attesa.


Attesa esistenziale di un giudizio? Di un fine, un senso? Del vuoto? Di una risposta sul senso della (loro) vita?

Io non voglio diventare così, ho sempre cercato di fare cose anche memorabili, non tollero gli sprechi anche di tempo, non sopporto le attese e soprattutto non avrò una pensione e dei diritti acquisiti sacri e intoccabili da sbattere in faccia con egoista menefreghismo alle generazioni future. Ma se al contrario stessi proprio facendo così anche io? E se questo post fosse il primo segno dell’inacidimento del cuore? E se anche io stessi diventando un anziano in attesa?

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Giorno 6: taci che fai più bella figura

“Taci che fai più bella figura” la Bartolini.

In effetti oggi questo è quello che mi gira per la testa. Colpa del Panachè?

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